venerdì 8 febbraio 2013

La guerra delle valute



La guerra delle valute. L’euro si sta apprezzando pericolosamente. Giappone e Stati Uniti stanno svalutando le loro monete per dare impulso alle proprie economie. L’Europa rimanendo ferma mortifica ulteriormente il settore produttivo. Cosa potrebbe accadere?

In questi giorni stiamo avendo un’ulteriore prova che la perdita di sovranità monetaria dei singoli Stati Europei può creare grave nocumento alle loro economie.
Gli Stati Uniti vengono da un periodo di notevole crisi economica scatenata nel 2008 dallo scandalo dei mutui subprime. Salvare le banche e dare impulso alla propria economia si sarebbe potuto fare solo con un intervento tempestivo della loro Banca Centrale: la Federal Reserve. Sono state fatte 3 enormi iniezioni di liquidità nel sistema (chiamate Quantitative Easing) che hanno permesso di evitare una catastrofe forse peggiore di quella del 1929. E’ ancora in fase di ripresa, ma le banche sono ritornate a macinare utili, il mercato immobiliare, che aveva subito un crollo senza precedenti, è in netta fase di recupero, ed anche la disoccupazione è a livelli più accettabili. Il Giappone ha un debito pubblico enorme, pari a circa il 220% del PIL. L’Italia, rispetto al Giappone, potrebbe considerarsi un Paese virtuoso, se non fosse che gli asiatici del Sol Levante pagano sul loro debito un interesse dell’1%, e noi del 5%. Sono in fase di stagnazione ormai da parecchi anni. In seguito alla “bolla immobiliare” di fine anni ’80 l’economia, prima di allora fortissima, ha subito una contrazione inizialmente drastica, e poi flebile ma continua. Nonostante rimanga la seconda economia più forte al mondo ed abbia società multinazionali che dettano legge in tutti i mercati, il suo “sole” non riesce più a tornare agli antichi splendori.
Sanno però che gli Stati Uniti sono convalescenti e che l’Europa sta attraversando enormi problemi d’integrazione economica e politica a causa dei debiti sovrani di alcuni suoi Paesi. Sanno, soprattutto, che alcuni loro pericolosi rivali nelle esportazioni, come la Germania, subiscono la “rigidità” della BCE. I nipponici così hanno deciso di passare all’offensiva: stampano moneta e con gli yen comprano euro.
In questa maniera svalutano lo yen e rivalutano l’euro. L’obiettivo è quello di dare impulso alla propria economia e rendere più competitive le multinazionali nipponiche. E’ chiaro che, se le multinazionali giapponesi, in conseguenza di questa manovra, dovessero guadagnare quote di mercato, ciò andrebbe a detrimento degli Stati Uniti e dell’Europa, Germania in primis. Gli Stati Uniti hanno la Federal Reserve che aveva già attuato questa politica da prima, volta sia a rilanciare la domanda interna che a sostenere le esportazioni. Ed in effetti il dollaro continua a svalutarsi rispetto all’euro e, fino a poco tempo fa, a svalutarsi rispetto allo yen.
Il Giappone ha dato inizio alla guerra delle valute: di certo gli Stati Uniti reagiranno, il problema c’è e ci sarà per l’Europa a causa della rigidità della BCE ed alla sua “ritrosia” a stampare moneta! Che la situazione preoccupi particolarmente la Germania lo dimostra l’intervento del Presidente della Bundesbank Jens Weidmann
che ha accusato apertamente il Giappone di “interferire” nelle decisioni della Banca Centrale Giapponese minandone l’autonomia e l’indipendenza! Secondo la Germania la politica monetaria espansiva dettata dalla Bank of Japan sarebbe il frutto di ingerenze della politica e non di scelte dettate da valutazioni meramente finanziarie ed economiche dei vertici della Banca Centrale. E’ superfluo dire che il Giappone ha rispedito al mittente le accuse: “Le critiche sulla manipolazioni dei corsi sulle valute sono del tutto prive di fondamento” ha sentenziato il Ministro delle Finanze del Giappone, Taro Aso. I fatti però sembrano dimostrare il contrario: il cross USD/JPY è passato da un valore di 78 che aveva ad Ottobre 2012 (appena 4 mesi fa) a oltre i 91 di oggi! Il cross EUR/JPY da 100, sempre Ottobre 2012, a 124 di oggi! E sappiamo che l’euro si sta rivalutando in maniera pericolosa anche nei confronti del dollaro:
EUR/USD è oggi quasi a 1.36. La Merkel è preoccupata: la Germania ha un’economia fortemente sbilanciata sulla domanda esterna. La sua crescita dipende dalle esportazioni, e la guerra valutaria “scatenata ferocemente” dal Giappone rischia di recarle danni enormi, visto anche le sue difficoltà, in questo periodo, ad esportare verso Paesi che sono in recessione (Italia in primis). Tutto questo fa riemergere, ancora una volta, la necessità di modificare i Trattati, soprattutto per ciò che riguarda la BCE. C’è l’urgenza di avere una Banca che privilegi la crescita economica rispetto alla stabilità monetaria. E’ meglio avere un pò d’inflazione ma mantenere il proprio tessuto produttivo competitivo. Insomma, l’Europa è ancora un cantiere in costruzione. Ma siamo in un mercato globale, è necessario accelerare i lavori per non perdere terreno anche nei confronti di economie in forte crescita, come la Cina.
La guerra per l’egemonia economica si farà in futuro sempre più aspra. Prepariamoci.




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